Una revisione radicale a cominciare dall’eliminazione del massimo ribasso
L’Ance annuncia di voler "riscrivere" il Codice degli appalti.
L'associazione dei costruttori mette da parte le azioni di lobbying, che finora non hanno prodotto risultati apprezzabili, e prepara una discesa in campo organica, netta e propositiva. Una mossa provocatoria che si concretizzerà entro maggio, quando il Codice chiuderà il secondo e travagliato anno di vita.
Due anni nei quali molti decreti attuativi non sono arrivati a destinazione (qualificazione delle stazioni appaltanti, commissari esterni delle Pa, qualificazione delle Soa e così via), come non è arrivato neanche il rilancio atteso dalle imprese che operano nel settore pubblico. In compenso, numerose sono state le deroghe e le questioni di conformità alla direttiva europeasono sollevate da diversi Tar.
Una riscrittura radicale, a cominciare dal «male assoluto» del mercato: il massimo ribasso; Ance vorrebbe che la norma fosse cancellata per sempre. L’alternativa starebbe nell'esclusione automatica con il metodo dell’antiturbativa, disciplinata dall’articolo 97 del Codice.
L’associazione dei costruttori chiede che il metodo venga applicato agli appalti fino a cinque milioni, nei casi in cui non c'è complessità tecnologica e non c'è interesse transfrontaliero.