Calo del fatturato del 18%, ma è atteso un rimbalzo nel 2021
ROMA. Negli ultimi anni il mercato immobiliare italiano aveva iniziato una lenta risalita dalla crisi del 2010: la situazione creata dal Coronavirus ha, però, bloccato tutti i settori e le previsioni per la fine dell’anno indicano un calo del fatturato del 18%. È la stima elaborata da Scenari Immobiliari, nel suo primo Outlook europeo 2020, secondo cui la fase di ripartenza sarà lenta. Per il 2021 si attende, però, in tutta Europa un netto rimbalzo dei mercati.
L’anno perduto per il comparto alberghiero
Ma le variabili che condizionano l’andamento del mercato sono molteplici, dall’occupazione al peso dell’intervento pubblico alla propensione di investimento di famiglie e imprese. Per alcuni comparti, come l’alberghiero e le locazioni brevi si tratta, nei fatti, di un anno perduto; mentre la logistica avrà un ulteriore impulso, se collegata all’e-commerce. In sofferenza, ancora il residenziale, dove le preoccupazioni delle famiglie si accompagnano al rallentamento delle nuove realizzazioni. Nel settore degli uffici, a fronte di un ridimensionamento dei fatturati, ci sarà un andamento poco colpito nel segmento prime e una forte crisi nel prodotto di classi B e C.
L’impatto sui prezzi delle residenze
La crisi sanitaria ha anche un impatto sui prezzi medi delle residenze. Mentre a livello nazionale Scenari immobiliari prevede un calo del 2,1& per dicembre, la situazione è più articolata, se si guardano le città. Nell’analisi di quaranta capoluoghi, nel 2019 in molti casi c’erano stati incrementi delle quotazioni medie, ma quasi ovunque la crisi riporta in territorio negativo le variazioni. Anche Milano, Roma e Venezia tornano a crescita zero per la fine dell’anno. Le attese restano incerte per il 2021. Il mercato immobiliare europeo era prima del Covid-19 in piena fase positiva e la pandemia non lo sta affondando. Anzi, le previsioni per il prossimo anno sono di un deciso rimbalzo in quasi tutti i comparti. Le variazioni attese, rispetto allo scorso anno, vanno dal -10,3% della Germania al -20,4% della Spagna. Per quanto riguarda il mercato immobiliare retail, riferito soprattutto al comparto degli immobili “prime”, ovvero quei locali commerciali di svariate ampiezze che sono tutti caratterizzati dal trovarsi nelle vie e nelle piazze più importanti per lo shopping del lusso, lo studio mostra che nel 2019 vi è stata una domanda vivace e dinamica.
Le strade del lusso
Le due principali “high streets” europee, dal punto di vista dei canoni di locazione, rimangono Old Bond Street a Londra e l’Avenue des Champs-Elyse’es, entrambe con canoni che superano i 20mile euro al metro quadrato annuo. A Parigi, Rue Saint-Honoré è una location ricercata dai marchi top come Dolce & Gabbana, che ha qui, di recente, aperto un nuovo negozio o Versace, che in autunno, in occasione della settimana della moda parigina, ha inaugurato il suo nuovo “flagship store” (punti vendita creati dai brand per comunicare i valori aziendali e la loro brand identity).
Il caso Milano
Milano è una delle città più importanti dove le aziende del lusso desiderano affittare uno spazio per il loro marchio e i loro prodotti. Via Montenapoleone, nel centro storico della città, ha registrato nel 2019 un aumento degli affitti dell’undici per cento. La media per tutta l’area del cosiddetto “quadrilatero d’oro” milanese indica un canone di quasi quattordicimila euro al metro quadrato, posizionandola al quinto posto nel mondo.
I canoni di locazione
Prendendo in considerazione i canoni di locazione anche dei negozi non di lusso ma secondari, le medie delle varie capitali europee si sono ridotte molto nel corso del 2019 e solo Londra e Parigi sono restate al di sopra dei mille euro al metro quadrato mensili. In questo contesto, le medie più alte, escluse le due capitali già citate, si sono registrate a Milano, Roma, Vienna, Monaco e Dublino, tutte al di sopra dei trecento euro al metro quadrato/mese.
Agi