Rischiano le revoca dell'incarico a metà anno scolastico
In Italia, sono in migliaia. La loro qualifica è rinchiusa in un acronimo incomprensibile: “Dsga ff”. Sono i direttori amministrativi della scuola facenti funzione: direttori di fatto, sempre in trincea, che in questi anni hanno colmato una cronaca carenza di personale, salvando gli istituti dalla paralisi. In cambio, sono stati scalzati da un concorso cui non hanno potuto partecipare, si vedranno revocare l’incarico a metà anno scolastico da una “legge-beffa” e rischiano di finire a fare da balie ai nuovi assunti. Tutto questo nel bel mezzo di un’emergenza sanitaria, che sta mettendo a dura prova il mondo della scuola.
Il ricorso al tribunale del lavoro
Il coordinatore nazionale di Feder ATA, Giuseppe Mancuso, ha invocato, in una lettera aperta al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, l’istituzione di un tavolo tecnico. A Caserta, in una lotta che non è né politica né sindacale, i Dsga ff sono andati oltre: difesi dall’avvocato Pasquale Marotta, si preparano a trascinare in tribunale, davanti al giudice del lavoro, la ministra all’Istruzione Lucia Azzolina. «Non abbiamo nulla contro chi ha vinto il concorso, né contro i dirigenti scolastici, di cui siamo il braccio operativo – precisa Maria Chiara Storia –: la nostra è una battaglia di dignità professionale, contro un sistema “usa e getta”».
Chi sono i Dsga ff
I direttori amministrativi delle scuola facenti funzione sono assistenti amministrativi di lunga esperienza, i quali, fino a ieri, redigevano bilanci, operavano pagamenti, gestivano il personale Ata; un ruolo di grande responsabilità – assicura Storia –, sottoposto al controllo dei revisori dei conti e al rischio di sanzioni». Per ottenere la legittimazione dell’incarico i Dsga ff hanno chiesto di sostenere un concorso, promesso sulla carta e poi bocciato da Azzolina.
Cosa rischiano
A settembre hanno firmato un contratto; ora, mentre in molte Regioni sta per concludersi il concorso per i direttori titolati, in Toscana e in Campania, dove le operazioni sono terminate, l’incarico che impegnava i facenti funzione fino al 31 agosto 2021 sarà revocato a fine dicembre. Risultato? «Ritorneremo a fare gli assistenti amministrativi – rivela Storia – nella stessa scuola dove siamo stati direttori e dove, in taluni casi, mancano per noi le scrivanie, i computer e le mansioni, se non quella di tutoraggio gratuito dei neoassunti». Una retrocessione dal sapore amaro. «In uno Stato di diritto e di buonsenso – conclude Storia – quel concorso si sarebbe già espletato e si eseguirebbero, solo dove necessario, gli avvicendamenti». Magari, non prima della fine dell’anno scolastico. Ma il ministero non ne vuole sapere, e lo scontro sembra inevitabile.
Come salvarli
L’istituto civilistico della revoca per fatto sopravvenuto renderà impervia la strada giudiziaria; occorrerebbe, piuttosto, un intervento del Legislatore e una norma transitoria per bilanciare gli interessi di tutte le parti in causa. Che sono tanti.
Claudio Lombardi